2 Scuole Mobili

Domande a Don Renato Rosso

(dall'opuscolo "Amici dei Nomadi" del 2004)

Don Renato Rosso vive dal 1972 con i Nomadi. Dopo 12 anni trascorsi in Italia e 8 in Brasile, dal 1992 condivide l’esistenza degli Jajabor, Zingari musulmani del Bangladesh.

Da quando hai iniziato ad occuparti dei nomadi?

Dal 1964 mentre ero studente e dal 1972 come prete quando ho iniziato a vivere con loro.

Perchè proprio i nomadi?

Perchè generalmente gli assistenti sociali e tutti coloro che si occupano degli altri, di fronte ai nomadi, si arrestano, non potendo fare un lavoro sistematico con previsioni sicure.

Generalmente si pensa che il nomadismo sia segno di sottosviluppo e la sedentarizzazione segno di promozione sociale, è corretto?

Da parte mia penso che nel nomadismo è possibile sviluppare tutte le dimensioni della vita umana.

Di che cosa ti occupi particolarmente?

Con i Musulmani e gli Indù mi occupo della scuola, con i Cristiani anche di catechesi.

Cosa sta alla base di una scuola che può durare pochi anni e quindi probabilmente non modifica il futuro di questi nomadi?

Rispondo così: un bambino zingaro che non va a scuola per 24 ore al giorno fa ciò che vuole, gioca se vuole giocare, bisticcia se lo vuole, dorme, canta, nuota se lo vuole. La sua vita è una vita istintiva che farà crescere un adolescente e adulto istintivo, un uomo o una donna che risolveranno tutti i problemi della vita in modo istintivo. Se invece riusciamo ad offrire per 3 ore al giorno a questo bambino la possibilità di non fare solo ciò che vuole (come fanno anche gli animaletti della foresta) ma ciò che propone un altro, in questo caso l'insegnante, in pochi anni questo esercizio farà del bambino non più un istintivo ma, sempre di più, un razionale, cioè più uomo o più donna. Aiutare dei bambini ad uscire dalla “foresta” è un’avventura bellissima.

Sappiamo che hai iniziato delle “scuole mobili”; perchè questo?

Perchè i frequenti spostamenti impediscono ai nomadi di andare a una “scuola sedentaria”.

Queste scuole sono diverse dalle altre?

In parte sì. In esse l’insegnante si sposta con gli zingari (nomadi) e giornalmente fa lezione sulla riva del Gange, sotto un albero, in tende o su case galleggianti.

Quando hai iniziato la prima scuola mobile?

Nel 1994 su una barca (casa galleggiante) con gli zingari dei fiumi del Bangladesh e l’anno seguente in India, dapprima con i Gadia Lohar (lavoratori del ferro) poi con i Rabari (pastori) i Bavari (costruttori di statue) i Bill (costruttori edili) i Nari Coravas (artigiani) e molti altri gruppi.

Tu segui solo scuole mobili?

No, sono nate pure scuole in aree semisedentarie, dove i nomadi sostano per qualche settimana o mese ogni anno e dove alcune famiglie risiedono permanentemente. Spesso, dopo che i bambini hanno frequentato qualche anno nelle “scuole mobili”, possono sostare da parenti nelle aree semisedentarie e continuare alla scuola di stato.

Ci puoi fare qualche esempio di scuola mobile?

Quando il Bangladesh e il Pakistan erano uno stato unico alcuni bambini nomadi erano riusciti ad andare a scuola per qualche anno stando da parenti in diverse aree di sosta. Questi, diventati adulti, sono stati riconosciuti capi delle comunità viaggianti e io li ho invitati a insegnare ai bambini del loro gruppo. Essi hanno il carisma dell'autorità e la simpatia del gruppo, ma non sono insegnanti specializzati. Per questo ogni mese si riuniscono a Dhaka e a Bharishal per organizzare il mese stesso e sei insegnanti d'appoggio, molto ben preparati, si affiancano ad essi. Ogni mese un insegnante d'appoggio trascorre 5 giorni con ogni gruppo, convivendo con loro e facendo diventare scuola tutta la giornata, intervallando: matematica, bengalese, storia, canto, ginnastica, disegno, gioco, ecc… In questi giorni l’insegnante d'appoggio fa scuola non solo ai bambini, ma anche all'insegnante che è pure capo del gruppo, il quale continua ad insegnare durante gli altri 25 giorni. In questo periodo viene verificato anche il lavoro dei 25 giorni precedenti.

Hai un esempio di scuole mobili in India?

Rispondo con uno stralcio di lettera del 2002: “Sono sulle colline di Thandla con un gruppo di nomadi pastori, o più precisamente, pastori lo sono solo i bambini. Premetto che questi nomadi appartengono al gruppo tribale dei Bill, che vivono in quest'area in villaggi dove coltivano qualche pezzo di terra per un periodo di 5 o 6 mesi, dopodiché le famiglie generalmente vanno ad accamparsi nelle periferie di città in cerca di lavori stagionali. Qualche bambino va alla scuola statale, ma uno per famiglia è impegnato a pascolare bovini e capre senza possibilità di andare a scuola né di seguire i genitori nei sette mesi quando questi si accampano nelle città, distanti a causa del lavoro. Con degli amici stiamo preparando un progetto con i cow boys e cow girls tra i Bills. Si tratterà di mandare gli insegnanti al pascolo con i bambini e là sul posto di lavoro fare scuola. Poiché i bambini vanno al pascolo in gruppi di 3, 6 o 7, l'insegnante va ogni giorno con un gruppo diverso e a sera gli scolari si riuniscono ancora un’ora tutti insieme. In sintesi, immaginate 6 gruppetti che ogni mattina vanno al pascolo in posti diversi e ogni giorno l’insegnante si aggrega ad uno di essi, mentre gli altri 5 gruppetti senza insegnante fanno un specie di “compito” dato la sera prima. A sera dalle 5 alle 6 c’è poi l'ora tutti insieme per verificare il lavoro fatto e organizzare la giornata seguente. Durante i mesi di Giugno e Luglio gli animali sono liberi. In questo periodo l'insegnante può fare scuola a tutti i bambini insieme per 4 ore al giorno. Durante i 10 mesi di lavoro, un giorno alla settimana, tutti gli insegnanti vanno alla missione dove hanno un giorno di scuola e programmazione della settimana. Due mesi di vacanza sono fissati all'inizio delle piogge estive, perchè in questo periodo la scuola all'aperto avrebbe notevole difficoltà. Penso sarà un progetto molto importante perchè in India ci sono non migliaia ma milioni di bambini, in queste condizioni, che potrebbero essere organizzati in questo modo. In Thandla ci saranno 30 insegnanti per questa scuola, 2 insegnanti supervisori che guideranno i colleghi, una suora e un sacerdote che si alterneranno specialmenteper il corso di catechesi a questi insegnanti, che saranno anche catechisti del gruppo.

I progetti sono quindi diversi gli uni dagli altri?

Sì, per ogni gruppo, che ha una sua cultura propria, si devono creare progetti adatti.

Quante sono le scuole mobili e qual è il loro costo?

Le scuole mobili e semisedentarie in Bangladesh e India nel 2003 erano 452 per un numero di circa 11.000 alunni. Il costo di una nuova scuola per bambini nomadi, per un anno, è di 500 euro. A questo proposito ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto.

17 Marzo 2002. Gruppo "Amici dei Nomadi" al quartiere Falchera di Torino presso la Parrocchia "Gesù Salvatore". Banchetto di beneficenza per le Scuole Mobili organizzate da Don Renato Rosso in Bangladesh e India.